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Sono i caprioli (Capreolus capreolus), con circa 200 segnalazioni all'anno, i mammiferi maggiormente coinvolti in situazioni di pericolo sul territorio piacentino. Per gli individui adulti le principali cause di ricovero sono l'impatto contro vetture oppure perché rimasti incastrati in recinzioni o intrappolati in aree private recintate; nel caso dei cuccioli, invece, questi vengono spesso feriti o mutilati da macchine agricole per lo sfalcio oppure inconsapevolmente sottratti alle cure materne senza motivo. Se l'unico modo per limitare il numero di incidenti stradali compresi quelli causati da fauna selvatica restano la moderazione della velocità ed una maggiore attenzione alla guida, nel caso dei piccoli è necessario un approfondimento sulla biologia e sui comportamenti naturali di questi animali.

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Le femmine di capriolo (come quelle di daino e cervo) partoriscono i propri cuccioli in prati dove l'erba alta fornisce naturale riparo al piccolo che, nascendo senza odore e con un mantello pomellato, riesce a confondersi con l'ambiente circostante. Le madri li osservano a distanza e tornano dai piccoli SOLO per il tempo necessario all'allattamento (più volte al giorno e per poco tempo) proprio perché così facendo evitano di attirare i predatori nelle vicinanze dei nuovi nati; i piccoli inoltre possiedono un innato meccanismo di autodifesa denominato "freezing" che consiste nel rimanere immobili anche in presenza di un pericolo così da aumentare le possibilità di non essere individuati. Tale peculiarità purtroppo diventa fatale nel periodo di sfalcio dell'erba nei campi. Tutti questi comportamenti assolutamente naturali sono inoltre troppo spesso fraintesi dall'uomo:

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"ho raccolto il cucciolo perché era solo, sicuramente la madre è morta oppure è stato abbandonato"

"questo cucciolo non è fuggito quando mi sono avvicinato, sicuramente sta male"

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ecco le principali e ricorrenti frasi che ci sentiamo dire nel caso di ritrovamento

di un cucciolo di capriolo o di lepre. Questi piccoli incautamente raccolti vengono in alcuni casi nutriti

da privati senza prima consultare un Cras di riferimento e portati quasi sempre verso uno sviluppo 

non corretto o morte.

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A tal proposito ricordiamo che oltre ad essere illegale la detenzione non autorizzata

di animali selvatici, anche una errata alimentazione può costituire un enorme pericolo 

come ad esempio alcuni tipi di latte possono essere fatali per alcune specie o portare a malformazioni difficilmente recuperabili!!

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Un altro pericolo del crescere questi animali selvatici in modalità "fai da te" è quello dell'imprinting secondo il quale l'animale una volta cresciuto e liberato finisce per riconoscere l'uomo come appartenente alla propria specie. Avete presente trovarvi in passeggiata su un sentiero o in campagna ed incrociare un ungulato imprintato? Magari nel periodo territoriale o di riproduzione? Vi assicuriamo che non è per nulla piacevole oltre ad essere estremamente pericoloso.

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Il riccio europeo (Erinaceus europaeus) occupa il secondo posto per numero di ingressi perché anch'esso spesso vittima di investimento, per ferimento durante le operazioni di taglio dell'erba soprattutto nei giardini privati, per predazione da cane/gatto, per intossicazione, per patologie o nel caso dei cuccioli perché incautamente sottratti alle cure materne.

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Per quanto riguarda i chirotteri abbiamo registrato solo nel 2019 più di 50 ricoveri con ben 5 specie differenti identificate. La struttura piacentina infatti accoglie anche esemplari in difficoltà provenienti da altre province o regioni in un programma di stretta collaborazione tra diverse strutture italiane coinvolte attivamente nella tutela di questi mammiferi che, se pur così piccoli, svolgono un ruolo fondamentale di fornitori di servizi ecosistemici da cui le attività umane possono trarre grandi benefici.

Le principali problematiche per questi animali sono rappresentate dalla predazione da parte di domestici (soprattutto gatti!!), dal disturbo di origine antropica delle colonie o di singoli individui anche in periodo di ibernazione. Nel caso in cui un piccolo sia caduto dal roost (sito di rifugio) il tentativo oramai ben collaudato di ricollocamento ha permesso in moltissimi casi alle madri di riuscire a riprendere il proprio cucciolo caduto e di riportarlo al sicuro nel rifugio in brevissimo tempo. 

RICORDATE: SE VEDETE UN PIPISTRELLO IN DIFFICOLTA' LA TEMPESTIVITA' DI UN INTERVENTO PUO' FARE LA DIFFERENZA!  

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Un'altra specie spesso vittima di impatto con autovettura è la lepre europea (Lepus europaeus), in altri casi sono soprattutto i cuccioli a subire predazione da gatto/cane oppure vengono semplicemente raccolti incautamente e sottratti alle cure materne.

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Per lo scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris) ed il ghiro (Glis glis) sono l'accidentale distruzione del nido o l'investimento le principali cause di ricovero.

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In seguito ad investimento o perché rinvenuti fortemente debilitati durante gli inverni più rigidi vengono ricoverati sempre con maggior frequenza esemplari di istrice (Hystrix cristata). Per la volpe rossa (Vulpes vulpes) ed i mustelidi quali tasso (Meles meles) e faina (Martes foina) sono anche avvelenamento e debilitazione da patologie, come ad esempio la rogna sarcoptica, le principali cause di cricovero.

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